Nanotecnologia e patrimonio culturale: intervista a Sabrina Zuccalà
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Quando si parla di beni culturali, la mente ci porta alle immagini di monumenti, musei, biblioteche, ovvero luoghi dove poter ammirare, conoscere e studiare l’immenso patrimonio storico-artistico che le civiltà del passato ci hanno lasciato e tramandato, quale testimonianza della loro esistenza. Si tratta di un lascito importante che la nostra civiltà ha il dovere di preservare e, a sua volta, tramandare alle generazioni future.
Per svolgere questo compito dall’inestimabile valore umano e sociale, oltre alla valorizzazione e promozione, i beni culturali vanno tutelati ovvero protetti e custoditi, talvolta recuperati o restaurati a causa degli innumerevoli fattori atmosferici, conservativi, di depauperamento a cui essi sono sottoposti per l’incedere dei secoli o per incuria.
In particolare, nell’ambito di gestione conservativa del patrimonio culturale, la scienza e la tecnologia rappresentano un ausilio sempre più rilevante. In questo settore spicca un’eccellenza italiana, la 4WARD360 azienda leader nel settore della nanotecnologia e “attiva nella ricerca e sviluppo produzione di formulati nanotecnologici per la protezione e conservazione delle superfici materiche”, come appunto recita il sito web in apertura. Il comparto della nanotecnologia spazia in vari ambiti di applicazione: dall’edilizia, all’industria fino al campo della medicina, come le recentissime mascherine chirurgiche, realizzate proprio con formulati di nanomateriali per la protezione dei tessuti, che hanno anche il vantaggio del loro riuso in sicurezza. L’elenco degli interventi che l’azienda ha compiuto nel settore dei beni culturali sarebbe lungo, citiamo tra tutti l’esercito di terracotta di Xian. A parlarci di questo “particolare” settore è Sabrina Zuccalà, Manager e Founder della 4WARDS360, che ha concesso al Coordinamento Nazionale per il Patrimonio culturale la seguente intervista:
La prima domanda appare abbastanza scontata, ci può spiegare come la nanotecnologia viene impiegata nell’ambito del patrimonio storico-artistico ed i relativi benefici?
Fino a qualche anno fa, non si è mai considerato di poter preservare il nostro patrimonio con la nanotecnologia. Oggi viene richiesta e applicata dagli Enti pubblici per la conservazione di numerose superfici. I benefici che derivano dalla sua applicazione sono sorprendenti in considerazione del fatto che ogni area trattata (marmo, pietra, vetro, legno, bronzo, ecc.) non viene modificata né alterata, rimane traspirante, completamente BIO e non intacca il colore, ma soprattutto, essendo un taylor-made, viene studiato ed elaborato ad hoc. Un esempio pratico? Pensiamo ad una statua di marmo che, a seguito del nostro trattamento, per molti anni non si sporcherà in alcun modo, restando intatta nel tempo.
Guardando la sua storia, è lo specchio di una carriera manageriale ed imprenditoriale dove traspare la grande passione per la ricerca scientifica. Si tratta di un mondo apparentemente distante da quello tradizionale degli studi classici. L’incontro con l’arte e il patrimonio è stato un caso fortuito, un’idea, oppure qualcosa che ha sempre coltivato?
La storia e l’arte mi hanno sempre affascinato, come del resto il futuro inteso come innovazione. Il mio percorso d’imprenditrice, nel settore della nanotecnologia, mi ha fatto comprendere che tale innovazione poteva essere di supporto alla conservazione e preservazione dei beni culturali. Infatti ho dedicato un sito riservato esclusivamente per il settore dei beni culturali, Heritage PreservationLab (www.heritagepreservationlab.com) dove, grazie all’esperienza ed ai nanomateriali di 4ward360, possiamo raccontare tutte le esperienze fatte nello specifico settore e soprattutto consigliare i formulati a nostra disposizione per dar soluzione ai restauratori.
Sabrina Zuccalà una donna che “guarda avanti”, ma per un attimo voltandosi indietro, qual è il progetto a cui lei è più affezionata o che considera un successo particolarmente significativo?
In questo campo, non vi è un intervento migliore dell’altro. Quando si va a lavorare su beni storici legati alla cultura e all’arte, lasciano comunque il segno. Se dovessi essere scegliere un progetto a cui sono legata, a questo punto penserei all’intervento eseguito sul relitto della nave romana di Marausa del III secolo d.C., recuperato a 150 metri dalla costa di Trapani. Sia in termini di scoperta archeologica marina ma, soprattutto, per la preziosa collaborazione che ho intrapreso con l’assessore ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, scomparso prematuramente. Una collaborazione nata durante l’evento a Torino “Legno e Nanotecnologie”, in cui ho avuto il piacere e l’onore di incontrare, tra tutte le figure eccelse della conferenza, l’Assessore Sebastiano Tusa che mi ha voluto coinvolgere in questo meraviglioso disegno di recupero e conservazione, di un relitto antico dalla storia unica e piena di aneddoti. Il grande dispiacere che ho nel cuore, sicuramente, è quello di non aver potuto condividere la chiusura dei lavori e, conseguentemente, festeggiare l’apertura del museo dove è stato esposto.
Torniamo in un ambito a lei forse più “congeniale” ovvero il futuro. Fase post-covid, si ritorna in pista: qual è la prima iniziativa che vorrebbe mettere in cantiere?
A dire il vero, 4ward360, non si è mai fermata. Non dimentichiamoci che 4ward360 lavora a 360°, quindi in un momento storico come questo dove una pandemia ha congelato le vite di ognuno di noi nel movimento, ma non nel pensiero, proprio grazie a questo periodo, sono stati messi in cantiere numerosi progetti.