I trattamenti nanotecnologici e le regole per la tutela dei beni culturali

La ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la sperimentazione hanno consentito di sviluppare un protocollo di analisi per i trattamenti nanotecnologici. Affinché un trattamento nanotecnologico di consolidamento e protezione, oltre che efficiente, risulti anche adeguato, affidabile e stabile nel tempo è di fondamentale importanza che i prodotti consolidanti e protettivi presentino una serie di criteri e proprietà specifiche, correlate sia alla fase di applicazione, sia al successivo comportamento nel tempo dell’agente consolidante o protettivo. In linea generica, durante gli interventi con trattamenti nanotecnologici è fondamentale utilizzare dei prodotti che mantengano inalterate le caratteristiche del manufatto da trattare, e che siano reversibili, al fine di salvaguardare la funzione originaria dell’opera.

La società 4ward360, presieduta da Sabrina Zuccalà, grazie alle continue ricerche e alle eccellenti proprietà dei formulati realizzati, ha sperimentato e  potuto comprendere la elevata, diremmo totale, capacità dei trattamenti nanotecnologici di respingere acqua e contaminanti esterni (sporco, oli, grasso, polvere) di fatto impedendo loro di aderire alle superfici da tutelare.

Ad esempio, constatato l’alto valore protettivo, altro dato fondamentale, e visto che non modifica l’aspetto e la consistenza del legno, che resiste alle alte temperature e, quindi, risulta essere stabile ai raggi U.V. ed I.R., si è passati alla fase applicativa che si è eseguita con un nebulizzatore e delle maschere protettive per gli operatori che hanno proceduto al rilascio delle nanotecnologie. L’applicazione è risultata essere estremamente semplice e con tempi di asciugatura molto veloce. Eseguita la fase del test applicativo viene valutata la reversibilità, che avviene in modo semplice e senza l’utilizzo di sostanze corrosive o di mezzi meccanici abrasivi. 4Ward360 sede operativa

Per rimuovere il trattamento basta applicare a pennello una soluzione a base di etanolo e dopo una breve attesa di qualche minuto si può rimuovere la sostanza chimica integrata in quanto l’etanolo ha la funzione di scollegare le particelle che compongono i formulati nanotecnologici. 

Il formulato nanotecnologico applicato ha un eccellente effetto idrorepellente, la capacità di non modificare la traspirabilità del materiale organico trattato. Inoltre, non vengono riscontrate modifiche estetiche del manufatto che di solito creano le sovrapposizioni protettive tradizionali.

Il ruolo delle nanotecnologie e il rafforzamento della Difesa

Le nanotecnologie possono riscrivere il ruolo della Difesa, generando nuove dinamiche innovative e perfezionare il settore. Aerei, navi, veicoli e macchinari militari possono essere esposti alla situazioni climatiche più estreme ed a svariati fattori corrosivi: sabbia, neve, ghiaccio, salsedine, umidità. Il trattamento anti-corrosivo elaborato da 4ward360 permette di proteggere i sistemi della Difesa con un trattamento nano-biossido di silicio in grado di resistere alle temperature più estreme e di proteggere la superficie dalla corrosione, riducendo anche l’accumulo di sporcizia e rendendola più facile da pulire. E’ di facile e conveniente applicazione (spray coating a temperatura ambiente) e riduce gli interventi e i costi di manutenzione. Questo prodotto nanotecnologico svolge la doppia funzione lubrificare parti meccaniche in movimento proteggendole nel contempo dalla corrosione dovuta ad acqua, salsedine, umidità, condensa, acidi e accumulo di sporcizia. Ricordiamo che i sistemi di lubrificazione tradizionali prevedono l’utilizzo di grassi lubrificanti. Questi, per loro natura, risultano essere un ottimo elemento di adesione per lo sporco, polveri e residui di gomma e non risultano stabili agli sbalzi di temperatura. Per questo motivo le parti ingrassate necessitano di una periodica pulizia e nuova ingrassatura. Il prodotto nanotecnologico elaborato per la Difesa, oltre ad essere di facile applicazione (basta spruzzare le componenti da trattare) non permette allo sporco di accumularsi e resiste molto a lungo all’abrasione del movimento meccanico. Non viene rimosso dall’acqua e resiste a temperature estreme (da -80 a +180°C). Il prodotto utilizzato è composto da nanomolecole di peridropolisilazani che, reagendo con l’umidità dell’aria, formano un film di vetro di silice. Grazie alla sua proprietà di auto reticolazione e al suo forte potere di adesione dato dai legami chimici che crea con il substrato, praticamente ogni superficie può essere trattata, tra cui: metalli, verniciati e non, cemento, calcestruzzo, intonaco, ceramica, marmo, pietra, superfici verniciate, plastica, policarbonato e vetroresina. Le nanotecnologie sono una rivoluzione per il settore della Difesa.

 

La fondatrice di 4ward 360, Sabrina Zuccalà, ha approfondito la tematica in una recente intervista per  Radio Radicale, in occasione di una lezione del Master Universitario in Cooperazione Internazionale per la Tutela della Persona ed Intelligence Nazionale dell’Università degli Studi eCampus. 

 

 

La ricerca sull’acqua e i vantaggi delle nanotecnologie

Le nanotecnologie possono migliorare l’accesso all’acqua dei cittadini, implementando alcuni punti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e sostenendo nuove visioni per la sostenibilità ambientale. Negli ultimi decenni, i nanomateriali sono stati oggetto di attività di ricerca e sviluppo e sono stati applicati con successo in molti campi, come la catalisi, la medicina, il sensing e la biologia. In particolare, l’applicazione dei nanomateriali nel trattamento dell’acqua e delle acque reflue ha attirato ampia attenzione. A causa delle loro piccole dimensioni e quindi delle grandi aree superficiali specifiche, i nanomateriali hanno forti capacità di assorbimento e reattività. Inoltre, la mobilità dei nanomateriali in soluzione è estremamente elevata. È stato riportato che metalli pesanti, inquinanti organici, anioni inorganici e batteri vengono rimossi con successo da vari tipi di nanomateriali. I nanomateriali più studiati per il trattamento dell’acqua e delle acque reflue includono principalmente nanoparticelle di metallo zerovalente (Ag, Fe, Zn), nanoparticelle di ossidi di metallo (TiO2, ZnO e ossidi di ferro), nanotubi di carbonio (CNT) e nanocompositi. 

La purificazione dell’acqua mediante la nanotecnologia sfrutta materiali nanoscopici come i nanotubi di carbonio e le fibre di allumina per la nanofiltrazione. Utilizza anche membrane di filtrazione fatte di zeolite, un materiale con una fitta rete di pori dal diametro inferiore al nanometro, nonché nanocatalizzatori e nanoparticelle magnetiche. Gli studi sulla depurazione delle acque, mediante nanomateriali, sono stati indirizzati sulle acque reflue di qualsiasi origine: sotterranee, per scopo potabile, superficiali e acqua di mare. La ricerca sull’acqua si è spinta per ottenere la rimozione di ogni tipo d’inquinante organico, inorganico e agenti patogeni. Per implementare la ricerca su tali procedimenti estremamente importanti per la collettività, la visione imprenditoriale di figure pronte a mettersi al servizio della società e del benessere collettivo è da valorizzare. La società 4ward360, presieduta da Sabrina Zuccalà, punta a rafforzare la capacità dell’impresa di incidere positivamente su tutto il contesto sociale.

 

 

Le nanotecnologie e lo sviluppo della tecnologia 5D

La ricerca legata alle nanotecnologie ha consentito di generare il passaggio alle applicazioni in 5D. Nuovi e importanti supporti digitali per immagazzinare tantissime informazioni e per costruire supporti per lo storage del futuro attraverso laser, il vetro e le nanotecnologie sono state elaborate da un team della University of Southampton, secondo i cui ricercatori è possibile salvare fino a 500 TB di dati su un supporto dalle dimensioni di un CD. La tecnica è stata battezzata 5D.

L’ University of Southampton aveva sviluppato delle idee relative al 5D, per la realizzazione di memorie cosiddette eterne, che possano contenere quantità di dati inimmaginabili per essere poi tramandate alle generazioni future, mantenendosi inalterate nel tempo e senza deteriorarsi ad esempio ad alte temperature. Finora non era mai stato possibile realizzare supporti di questo genere, in primis per alcune problematiche di stampo tecnico che ne hanno rallentato lo sviluppo. Una di queste era la velocità di scrittura, estremamente lenta, ma adesso questo ostacolo sembra essere finalmente superato. La velocità a cui si è arrivati ora è di 230 Kb al secondo, con scrittura di 500 TB in 60 giorni circa eseguendo l’operazione in parallelo.

La tecnologia si chiama 5D in quanto cinque sono le “dimensioni” che la compongono: due sono quelle tipiche dello storage su CD, la terza è quella introdotta con i Blu-ray multi-layer, e ora si aggiungono la quarta e la quinta, legate a grandezza e orientamento della nanostruttura dentro al supporto, in questo caso il vetro.

A differenza delle tecnologie cloud, progettate principalmente per la conservazione temporanea delle informazioni,  lo storage 5D sul vetro può tornare utile nel lungo periodo per il salvataggio di archivi nazionali, musei, biblioteche e realtà private consentendo alle realtà istituzionali di tutelare attraverso l’innovazione nanotecnologica i beni culturali sia quelli fisici che quelli digitalizzati. Una scommessa importante su cui 4ward 360 sta investendo molto, attraverso le opportunità di network e sinergie che la presidente Sabrina Zuccalà sta sviluppando e implementando.

Il mondo del restauro e la coniugazione tra scienza e arte

Il mondo del restauro è riuscito a coniugare i valori della scienza e dell’arte. Un ruolo chiave viene svolto dall’impiego delle nanotecnologie, che vengono utilizzate soprattutto per il consolidamento delle opere d’arte soggette ad ammaloramento. Le nanotecnologie sono entrate nei beni culturali, soprattutto per il consolidamento, e vengono utilizzate per consolidare opere ammalorate, oppure per cambiare e modificare le caratteristiche chimico-fisiche della superficie, per esempio per renderla idrorepellente, oppure per cambiare e modificare le caratteristiche di tutto il materiale. Proprio il consolidamento oggi rappresenta l’80% delle applicazioni delle nanotecnologie, che vengono impiegate per gli affreschi, ma anche per opere lapidee, come il restauro di materiali calcarei e graniti, o per gli smalti. Nel caso del restauro degli affreschi è importante capire quali sono i materiali utilizzati per poter scegliere la miglior tecnica di consolidamento. Il processo di deterioramento del dipinto in affresco avviene quando negli spazi superficiali o subsuperficiali, in genere si tratta di microfratture, si verifica un indebolimento del pigmento.

4Ward360 sede operativaL’affresco rischia così di spolverare, cioè di essere ridotto in polvere dall’indebolimento ed essere spazzato via insieme allo sporco quando la superficie viene pulita, per esempio con un solvente, dal restauratore. Proprio su queste microfratture vanno ad agire le nanoparticelle, come le nanocalci, che hanno il compito di riempire le microfratture e consolidare l’intonaco e con esso il pigmento. Coniugare i valori di scienza e arte vuol dire lavorare per l’innovazione e la tutela dei beni culturali. Nel mondo dei beni culturali e della formazione per la tutela e valorizzazione degli affreschi risulta sempre più importante formare all’utilizzo di applicazioni semplici per la creazione di nuovi materiali e strumenti per manipolare oggetti su qualsivoglia scala dimensionale, applicazioni più avanzate alla base di nanocomputers massicciamente paralleli, auto-replicazione e nanodispositivi intelligenti, capaci di interagire col loro ambiente. Società leader in tali trattamenti è 4ward360, presieduta dall’imprenditrice Sabrina Zuccalà, che ha sviluppato una formulazione nanotecnologica di matrice Si02 veicolata dall’acqua da utilizzarsi per proteggere dal degrado e dai graffiti, monumenti storici, statue e, nello specifico, per la protezione degli affreschi dal degrado urbano e dagli agenti atmosferici e inquinanti. Grazie all’innovazione sviluppata da 4ward360, le nano particelle di SiO2 si dispongono all’interno delle microporosità (le nano particelle hanno una dimensione pari a un milionesimo di millimetro) e creano una struttura bi-e tridimensionale in scala nanometrica, formando un campo di bassa tensione.

La nanotecnologia investe il settore edilizio

Applicare nuove tecnologie per migliorare le prestazioni degli edifici è un investimento importante, durevole e sostenibile per l’edilizia 4.0. L‘applicazione di innovative tecnologie nanotecnologiche per l’edilizia consente di rendere gli edifici puliti, durevoli e combattere l’emergere della formazione di muffe, rallentando il degrado causato dal tempo e dagli agenti atmosferici, rendendo le superfici più performanti e intelligenti, in grado di difendersi dalle intemperie e dai raggi solari.

La scienza nanotecnologica porta allo sviluppo di materiali con particolari strutture chimiche che li rendono funzionali. Questi materiali vengono spesso definiti “intelligenti” in quanto rispondono agli stimoli ambientali modificando alcune caratteristiche. In funzione dei cambiamenti delle condizioni esterne, i materiali “intelligenti” modificano le loro proprietà, meccaniche, elettriche e la loro struttura o composizione, o le loro funzioni.

Mediante l’applicazione di uno specifico prodotto elaborato e preparato per un trattamento superficiale, da 4ward360, alla ricezione delle nanomolecole, si procede successivamente nell’applicazione nanotecnologica vera e propria che può avvenire con molteplici modalità a seconda delle caratteristiche prestazionali richieste per il trattamento in ambito di edilizia, in funzione della superficie da trattare e del suo posizionamento nello spazio ad esempio orizzontale, verticale o inclinato.

4Ward360 sede operativaTutti i trattamenti sono finalizzati alla preservazione delle superfici mediante aumento delle varie caratteristiche prestazionali come idrorepellenza, oleorepellenza, antigraffiti, antigelivo, pro o anti raggi UV ma anche l’antiscivolo.

Inoltre possono essere utilizzati in qualsiasi ambito edile come manutenzioni ordinarie e straordinarie, sostituzioni, ristrutturazioni, restauri, ricostruzioni e nuove costruzioni ma anche nella nautica, nell’automobilistico e nei Beni culturali. 4Ward360 è da sempre vicina al mondo dell’edilizia e della ristrutturazione, con soluzioni studiate ad hoc per soddisfare clienti diretti o indiretti.  Attraverso l’utilizzo del bonus facciate si possono sviluppare numerosi focus di lavoro in ambito di edilizia, come togliere l’umidità di risalita capillare con H2Out, recuperare le facciate e  proteggerle con la nanotecnologia; proteggere i parapetti in metallo con la nanotecnologia, i serramenti in legno, i marmi o le pietre di rivestimento. Infine, proteggere il lavoro fatto da successivi atti vandalici con il prodotto antigraffiti, ancora nanotecnologia e  recuperare i costi finali con il 90% della spesa sostenuta.

Le nanotecnologie a sostegno delle ricerche archeologiche

L’utilizzo delle applicazioni nanotecnologiche possono rappresentare un importante strumento per le ricerche archeologiche, decisamente importanti per tutto il tessuto accademico e museale della nostra Penisola. Un importante mix di studio e analisi tra utilizzo delle nanotecnologie, recupero di reperti storici e sviluppo delle ricerche archeologiche si ebbe nel 2018, in Sicilia, con l’analisi di un reperto di una nave romana. Lo studio e l’applicazione delle nanotecnologie, su di un campione scelto dal fasciame della nave romana di Marausa, richiese un’indagine scientifica accurata e scrupolosa al fine di ottenere tutte le informazioni necessarie sullo stato del reperto ligneo e per constatare la porosità ed eventuali depositi che avrebbero potuto influire negativamente sulla buona riuscita dei test applicativi.  In accordo con la Soprintendenza del Mare e dell’Assessorato, si estesero le analisi conoscitive sullo stato di conservazione  anche per alcune sezioni del fasciame della nave Punica conservata all’interno del Museo Baglio Anselmi Lilibeo di Marsala. L’investigazione scientifica così approfondita su reperti lignei di navi rimaste per secoli nei fondali marini venne eseguita per poi giungere ad una ipotesi di intervento conservativo con le nanotecnologie che ha provveduto a sviluppare in funzione di questo contesto la 4WARD360-nanotecnology.

Gli esami che furono eseguito con Tomografia Computerizzata Multistrato, basati sull’erogazione di un fascio di radiazioni ionizzanti (raggi “X”) consentirono di ottenere immagini particolarmente dettagliate di aree specifiche delle sezioni del legno. Le immagini ottenute furono ricostruite e rielaborate in modelli tridimensionali e su piani diversi da quello dell’acquisizione. Per poter ricavare informazioni dettagliate di specifiche aree del fasciame è stato necessario rivalutare il volume da più angoli. Grazie a questa tecnica le sezioni lignee esaminate furono virtualmente “affettate” in molti strati sub-millimetrici che, rielaborati dal calcolatore, fornirono immagini tridimensionali e indicazioni sulla natura della struttura interna del legno esaminato, così di fatto consentendo di avere un quadro chiaro dell’anima del fasciame” che all’esame ottico degli esperti sembrava fosse stato attaccato da vari agenti biologici. Invece, l’esame con trattamento nanotecnologico ha potuto scongiurare tale ipotesi in quanto gli inestetismi visibili sulla parte esterna dello scafo sono semplicemente delle reazioni chimiche delle piccole lamelle di ottone conficcate nel substrato del fasciame e che, probabilmente, a causa del microclima da vita alla manifestazione di solfati, si sprigionano dalle piccole lamelle e dalle teste dei chiodi in ottone.

4wardback 02Il trattamento di studio e ricerca condotto da 4ward360 ha consentito di far comprendere l’importanza di un percorso di studio, analisi dettagliate e ricerche archeologiche da svilupparsi attraverso informazioni e dati da raccogliere tramite l’innovazione nanotecnologica.

Elementi di ricerca che possono essere utili e disponibili ai comitati scientifici composti da esperti provenienti dal mondo della conservazione, della chimica, della scienza, dell’archeologia, della storia, della ricerca subacquea e dell’innovazione tecnologica per il restauro.

Nanotecnologie e nanomateriali per l’evoluzione della medicina

Le nanotecnologie e i nanomateriali contribuiranno sempre più al miglioramento della vita dell’uomo. Materiali a base di nanotubi di carbonio possono aiutare a riconnettere i neuroni danneggiati nelle lesioni spinali: una collaborazione internazionale di ricercatori della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, dell’Università di Trieste e del Centro de Investigación Cooperativa en Biomateriales CIC biomaGUNE (Spagna) è riuscita a dimostrarlo per la prima volta in modelli animali in vivo, dopo anni di studio in colture cellulari.  I nanotubi di carbonio rappresentano il materiale più promettente per costituire ponti artificiali tra neuroni danneggiati, perché ricoprono due funzioni fondamentali: possono servire da impalcatura “meccanica” di sostegno per le cellule nervose, ma anche potenziare i loro segnali di comunicazione, favorendo la maturazione di nuove cellule nervose e regolando la formazione delle sinapsi.

I ricercatori, con l’aiuto di startup innovative, possono dimostrare l’efficacia di una sorta di spugna di nanotubi di carbonio, sviluppando nuove dinamiche con i nanomateriali, intrecciati nel riconnettere le fibre nervose in una serie di animali reduci da lesione spinale.

www.giorgiotaddia.com10681Dall’elettronica alla digitalizzazione, dalla medicina all’ingegneria ai più svariati settori industriali, anche se appena agli inizi, le nanotecnologie determinano performance notevolmente superiori a tutti gli standard precedenti“, ha recentemente dichiarato l’imprenditrice Sabrina Zuccalà, presidente di 4ward360.  Nel progredire con la medicina e la nanotecnologia per le cellule nervose bisognerà stabilire in quali condizioni si possano eseguire impianti di questo tipo: nel recente studio, l’integrazione in nanotubi di carbonio è stata inserita nella fase di lesione acuta, prima che sui neuroni morti o danneggiati si formasse tessuto cicatriziale (la cosiddetta cicatrice gliale, formata da cellule della glia, le cellule immunitarie del sistema nervoso).

Inoltre, la sfida in tale applicazione settoriale sarà quella di stabilire se le stesse connessioni presenti prima della lesione saranno ripristinate o se si stabiliscano nuove connessioni che prima non esistevano. Le sfide della medicina contemporanea sono legate alle nanotecnologie e all’utilizzo dei nanomateriali.

Le nanotecnologie per la salvaguardia dei beni culturali

Le nanotecnologie risultano essenziali per la salvaguardia dei nostri beni culturali. Un particolare trattamento con nanomateriali può rendere la superficie di una fontana inattaccabile a qualsiasi agente atmosferico, a muffe e batteri, fino ad un massimo di trent’anni. Attraverso le missioni dedicate a innovazione e ricerca dal Piano nazionale di ripresa e resistenza, i progetti legati alle nuove tecnologie hanno adesso una grande opportunità di sfruttare fondi per il loro sviluppo. Le nuove frontiere per la tutela e valorizzazione dei beni culturali sono stati al centro di un recente convegno svoltosi a Venezia. Grazie all’innovazione di tale approccio scientifico per la tutela dei beni culturali, in una città particolarmente sensibile sulla tematica come Venezia, si può, grazie a nuovi studi di elettrofisica e multifrequenza, sostituire un intervento invasivo come il classico “taglio dei muri”, invertendo la polarità delle molecole dell’acqua, che così discende nel sottosuolo anziché risalire lungo le pareti. Il convegno che ha visto la partecipazione di Sabrina Zuccalà è al centro dell’attenzione internazionale sulla tutela dei beni culturali perché  “è una sorta di bomboniera d’Italia nella tutela dei beni culturali. Vogliamo contribuire a portare conoscenza delle innovazioni e delle possibilità di sviluppo del territorio“.  D’altronde, ricordiamo che attraverso le missioni dedicate a innovazione e ricerca dal Piano nazionale di ripresa e resistenza, i progetti legati alle nuove tecnologie hanno una grande opportunità di sfruttare fondi per il loro sviluppo. L’applicazione delle nanoscienze e nanotecnologie e la predisposizione di nuovi materiali nanostrutturati o monofunzionali e dispositivi molecolari, supramolecolari o nanometrici per la diagnostica, la conservazione, il monitoraggio e la manutenzione del patrimonio culturale a diversa tipologia materia (dipinti su tela/tavola, dipinti murali, vetri, ceramica, materiale lapideo, etc.) sono oggetto di un intenso studio scientifico da parte della comunità imprenditoriale e innovativa che sta dedicando la propria attenzione all’applicazione di tale innovativa tecnologia per la tutela dei beni culturali.

La tutela dagli incendi rafforzando le nanotecnologie

Continua l’emergenza incendi nel sud del nostro Paese, in particolare in Sicilia e Calabria e ad essere minacciato oltre al nostro patrimonio boschivo, vi è anche quello artistico-culturale di numerosi borghi, con la possibilità che in poco tempo decenni di storia vengano cancellati. L’innovazione lanciata dalle nanotecnologie consente di preservare gli immobili dagli effetti degli incendi e potrebbe sviluppare nuovi applicativi per proteggere i beni culturali e artistici, ambientali o quelli strategici come prefetture, caserme o beni comunali.

Durante una recente conferenza dedicata alla prevenzione degli incendi,  Sabrina Zuccalà, presidente del laboratorio di nanotecnologie “4ward360 nanotechnology”, dichiarò: “Naturalmente, i nanomateriali riescono solo a fornire una maggiore tutela dei beni rispetto all’utilizzo dei tradizionali prodotti ed in caso sempre di intervento immediato delle squadre antincendio, ma in caso di roghi di vaste dimensioni ogni applicazione non può essere risolutiva. Tuttavia, l’utilizzo di queste tecnologie oltre a mitigare gli effetti dell’ammaloramento, migliora la traspirabilità dei materiali, e potendo intervenire in maniera molto specifica sulla struttura del collagene, ottiene materiali quanto più possibile ignifughi, a seconda delle necessità”.

Nei prossimi anni le nanotecnologie avranno un ruolo sempre più cruciale nella conservazione di beni artistici, storici e culturali, e l’Italia, che è senza dubbio il paese con la maggiore presenza di questi manufatti al mondo, dovrebbe investire strategicamente nella ricerca in questo settore, anche seguendo quanto richiesto dall’Unione Europea e sfruttando i fondi che arriveranno nei prossimi anni. Dunque è auspicabile inserire nel documento strategico del Piano nazionale di ripresa e resilienza maggiori investimenti nella ricerca di nanomateriali per la realizzazione di opere infrastrutturali più durature e per preservare i beni artistici e ambientali del paese. Un’occasione per ridisegnare le strategie con le quali l’Italia intende affrontare con successo le grandi sfide globali, assieme a quelle pressanti per i nostri territori. L’avanzamento delle conoscenze è indispensabile per la sostenibilità ambientale, economica, culturale e sociale. Operazioni che possono anche incrementare nuove opportunità per la tutela del nostro Paese dagli incendi. In tale ottica, l’imprenditrice Sabrina Zuccalà è riuscita ad essere tra le prime a richiamare l’attenzione su tali dinamiche, chiedendo alle istituzioni di sostenere le imprese, valorizzando la ricerca e l’innovazione.