Kengo Kuma – nuovo campus di medicina veterinaria
Pronto il nuovo campus di medicina veterinaria firmato da Kengo Kuma con un team di studi italiani
Progetto concepito insieme a Studio Pession Associato, Archiloco, F&M Ingegneria e Studio Forte. L’esecutivo è stato assegnato al raggruppamento con consorzio Mythos, Team Architects Epta e Geo Engineering
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Campus di Medicina Veterinaria a Lodi – Progetto: da Kengo Kuma con gli italiani di Studio Pession Associato, Archiloco, F&M Ingegneria e Studio Forte – Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti10/14 -
Campus di Medicina Veterinaria a Lodi – Progetto: da Kengo Kuma con gli italiani di Studio Pession Associato, Archiloco, F&M Ingegneria e Studio Forte – Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti11/14 -
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Campus di Medicina Veterinaria a Lodi – Progetto: da Kengo Kuma con gli italiani di Studio Pession Associato, Archiloco, F&M Ingegneria e Studio Forte – Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti9/14
Manca ormai pochissimo perché sia terminato anche il secondo lotto del Campus di Medicina Veterinaria a Lodi, opera realizzata da Kengo Kuma con gli italiani di Studio Pession Associato, Archiloco, F&M Ingegneria e Studio Forte.
Praticamente solo gli arredi e poi è fatta: il progetto tanto atteso che finalmente consente di trasferire a Lodi la Facoltà di Veterinaria è diventato realtà. Costato nel complesso 62 milioni e 600 mila euro, di cui oltre 57 cofinanziati da Università degli Studi di Milano (per una quota del 60%), Regione Lombardia (22%), Provincia di Lodi (9%) e Comune di Lodi (9%), e oltre 5 milioni a carico integralmente della Statale, l’intervento si estente su una superficie di 26 mila metri quadrati e fa parte di un Accordo di Programma sul Polo Universitario e della Ricerca di Lodi.
Tutto ha inizio nel 2014 quando l’Università bandisce la gara d’appalto per l’affidamento dell’incarico per il progetto preliminare, la direzione dei lavori, la contabilità e il coordinamento sicurezza in fase di esecuzione del complesso di edifici che avrebbero ospitato le attività di formazione e di ricerca della Facoltà di Medicina Veterinaria a Lodi (il progetto definitivo è stato affidato in un momento successivo con una delibera approvata dal consiglio di amministrazione). Il progetto concepito dell’architetto giapponese con i partner italiani vincerà la gara. Nel 2015 l’Università lancia un appalto integrato per la realizzazione del progetto esecutivo, assegnato poi al raggruppamento di professionisti costituito da Mythos Consorzio Stabile di Aosta (capogruppo), Team Architects EPTA di Milano e GEO Engineering di Torino. Mentre la costruzione dell’opera è affidata al raggruppamento temporaneo di imprese costituito tra Consorzio Nazionale Cooperative di Produzione e Lavoro “Ciro Menotti” di Ravenna, Pro.Edil di Cinisello Balsamo e Salc di Milano.
Adiacente alle strutture preesistenti dell’Ospedale veterinario universitario e del Centro zootecnico didattico sperimentale, l’intervento esprime con determinazione il legame fra architettura e ambiente, anche in relazione al fatto che si inserisce in un contesto agricolo popolato da rogge e canali: l’edificio a corte, memoria delle cascine lombarde, si apre verso il paesaggio, coi suoi specchi d’acqua, stabilendo con esso un rapporto osmotico grazie alle ampie superfici vetrate del piano terra.
L’attenzione al contesto è evidente anche nella volontà di includere la roggia che attraversa il lotto all’interno del progetto: una passerella permette di attraversare la roggia senza negarne la presenza e allo stesso tempo, in quel tratto, l’edificio si trasforma in un ponte che peraltro collega le due ali del complesso.
Quest’ultimo è costituito da due elementi (che poi corrispondono ai due lotti, quello terminato nel 2018 e quello in fase di ultimazione): il primo ospita gli edifici per la didattica e i servizi generali, il secondo accoglie i dipartimenti e i laboratori di ricerca. I due blocchi sono poi connessi dall’edificio ponte soprastante la roggia. A corroborare la relazione fra l’ambiente costruito e quello naturale sono la forte presenza del legno, materiale biologico che popola sia gli interni sia gli esterni del campus, sintetizzando i valori di sostenibilità ambientale del campus, e l’acqua, materiale immateriale che fa eco alla memoria della vocazione agricola del luogo.
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